Pet Therapy

Cos'è la Pet Therapy?

Questa specifica terapia si basa sull'interazione uomo-animale il termine pet therapy, neologismo anglosassone, indica letteralmente la terapia dell'animale da affezione (o Zooterapia), dall'unione dei due termini: pet che significa animale d'affezione e therapy che significa terapia o cura.


Per pet therapy, o anche chiamata anche zooterapia, si intende una co-terapia che si affianca a tradizionali cure, trattamenti e interventi socio-sanitari già in corso, di fatti la Pet therapy non è mai un trattamento di base e non rappresenta una terapia a sé, ma aiuta, rinforza le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti di qualsiasi età.

Le persone che intraprendono il percorso della pet therapy sono affette da diverse patologie con l'obiettivo di miglioramento della qualità di vita e del proprio stato di salute rivalutando, nel contempo, il rapporto uomo-animale.

L'altro scopo di queste co-terapie è quello di integrarsi con le normali attività terapeutiche facilitando l'approccio delle varie figure medico-sanitarie e riabilitative soprattutto nel caso in cui il paziente non dimostri collaborazione spontanea.

La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare il rapporto emotivo con il paziente favorendo il canale di comunicazione paziente-animale-medico e stimolando una partecipazione attiva del soggetto stesso.

La pet therapy viene intesa come un intervento dolce e armonioso stabilito tra uomo e natura apportando grandi benefici all'uomo. Spesso viene definita come un complessivo progetto di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA). Questi interventi funzionano grazie al legame che viene a crearsi fra un animale domestico e una persona (bambino, anziano, persona malata etc…): questa è una sintonia molto complessa e delicata che stimola l’attivazione emozionale e favorisce l’apertura a nuove esperienze, modi di comunicare e nuovi interessi.

Un animale non giudica, non rifiuta, stimola sorrisi, aiuta a socializzare e a mogliorare il senso di l’autostima e soprattutto non ha pregiudizi(nella società in cui viviamo, spesso.

Questi ultimi creano danni immensi a livello emotivo e relazionale) È statk testatp che in sua compagnia diminuisce il battito cardiaco e vengono a diminjriee sensibilmente le ansie e le paure. Ma sopratutto aiuta a sviluppare la piena espressione di se, che spesso tra gli umani si riduce di solito solo al linguaggio verbale.

Quali sono i benefici della Pet therapy?

Nella maggioranza dei casi vengono attivati interventi con bambini, anziani, persone con disabilità o disturbi psichiatrici. Interagire con un animale può voler dire per un bambino sviluppare processi di apprendimento più rapidi e imparare a prendersi cura di qualcuno diverso da sé, e di conseguenza sviluppare un senso di rispetto e responsabilità nei confronti di un altro individuo.

Nei bambini, sviluppare queste caratteristiche è un punto importante e molto sensibile perché lo aiuterà a crescere con basi più solide. La presenza di un animale (nel nostro caso un cane) è sicuramente importante un perché il suo cane avrà e prenderà man mano una grande valenza emotiva. Accarezzare e coccolare un cane provoca un gradevole contatto fisico e stimola creatività e capacità di osservazione.

Negli adolescenti, il rapporto con il cane può invece aiutare a stimolare vissuti e riflessioni su concetti importanti come il rispetto, la fiducia, la reciprocità: si usa ad esempio nei progetti di prevenzione al bullismo. Oggi più che mai , fenomeno che va combattuto.

Come detto poc'anzi, la Pet therapy viene usata anche con i ragazzi con disabilitàNumeeosi studi dimostrano che grazie alla relazione con un ’animale possono trovare un nuovo entusiasmo e motivazione nell’affrontare piccoli compiti quotidiani e sperimentare una modalità più facile e spontanea pee interagire Ovviamente in questi casi gli interventi sono costruiti su misura poiché ogni soggetto ha esigenze specifiche .

Secondo le Linee Guida Nazionali viene raccomandato il coinvolgimento negli interventi solo animali da compagnia, come cani, gatti, conigli, asini e cavalli. Ogni animale deve essere certificato, deve avere requisiti sanitari e comportamentali, attitudinali e di capacità, valutati da un veterinario esperto in pet therapy.

Requisito imprescindibile è la relazione tra il pet e il suo conduttore: solo questo legame permette la buona riuscita di un trattamento. Il conduttore è colui che lo ha addestrato e sarà presente in tutte le sedute di terapia.

E quindi bene avere in casa un animale da compagnia? Sicuramente Il contatto diretto con l’animale offre tanti stimoli, Il bambino vive un’esperienza unica e sperimenta emozioni fondamentali per il suo sviluppo: l’attenzione, il rispetto, il tollerare e canalizzare l’aggressività. Nel mondo di oggi i bambini sono sempre meno in relazione con il mondo animale rispetto al passato, un peccato visto la ricchezza emotiva che questi trasmettono.

Come nasce la Pet Therapy?

È doveroso fare un bel salto nel passato pee spiegare l'evoluzione di questa terapia.

Infatti già nella preistoria , nelle medicine dei popoli primitivi, gli animali hanno spesso avuto un importante ruolo terapeutico. Il primo tentativo di terapia assistita da animali fu nel IX secolo a Gheel, in Belgio, dove degli animali furono introdotti per curare dei soggetti disabili.

Nel 1792 lo psicologo infantile William Tuke cominciò a curare i propri pazienti, malati mentali, con gli animali, pensando che essi potessero essere uno strumento per dar maggior stabilità ed equilibrio psichico e costituire un autentico supporto per il recupero dell’autocontrollo.

Nel 1859 Florence Nightingale notò che dei piccoli animali potevano essere impiegati come compagni per i malati cronici.

Nel 1867 in Germania fu fondato il Bethel Hospital, nel quale animali di varie specie furono utilizzati come parte integrante del trattamento per il recupero di soggetti epilettici.

Nel 1919 il Ministero degli Interni degli Stati Uniti d’America suggerì l’introduzione dei cani come supporto ai pazienti che presentavano gravi forme di depressione e schizofrenia in seguito alla Prima Guerra Mondiale.

Nel 1942 la Croce Rossa americana incoraggiò i soldati che avevano riportato lesioni fisiche e turbe emotive a causa della Seconda Guerra Mondiale a lavorare con i maiali, il pollame, i cavalli, ma anche con rane e cani.

Nel 1953, lo psichiatra statunitense Boris Levinson scoprì, casualmente, l’azione positiva della compagnia del proprio cane su un piccolo paziente autistico.

Lo psichiatra iniziò le prime ricerche per verificare l’efficacia terapeutica degli animali da compagnia impiegati per il recupero di persone con gravi disagi psichici.

Levinson giunse alla conclusione che la presenza di un animale di compagnia favoriva un certo rilassamento, una disponibilità al dialogo e una maggiore collaborazione da parte dei pazienti. Fu proprio lo psichiatra a coniare la definizione di pet therapy, cioè terapia per mezzo dell’animale, nel suo libro Il cane come co-terapeuta, pubblicato nel 1961.

Per la prima volta Levinson parlo di teorie plausibili e verificabili che spiegavano gli effetti benefici della compagnia degli animali e che egli applicò nella cura dei suoi giovani pazienti. La pet therapy si arricchisce di ulteriori studi come quelli condotti dai coniugi Samuel e Elizabeth Corson. I due psichiatri americani adottarono le teorie di Levinson per la cura di adulti con problemi mentali e nel 1975 elaborarono la pet facilitated therapy, cioè la terapia facilitata dall’uso degli animali da compagnia e documentarono ottimi risultati: miglioramento della capacità di comunicazione e di espressione delle emozioni e sviluppo dell' empatia. Nello steaso anno altri due studiosi, inglesi, Mugford e McComisky, applicarono la pet-therapy agli anziani e studiarono l’efficacia degli animali nel favorire le relazioni sociali tra le persone.

Nel 1977 invece venne condotto uno studio da Erika Friedmann e dimostrò scientificamente che il contatto con un animale familiare produce alcune modificazioni su parametri fisici come il polso e la pressione, quindi si registra una riduzione del rischio di infarto cardiaco e un abbassamento dell’ipertensione.

Nel 1981 venne fondata negli Usa " la Delta Society" , questa associazione avsva per compito di studiare l’interazione uomo-animale e gli effetti terapeutici legati alla compagnia degli animali.

La Delta Society ha anche elaborato numerosi e importanti standard per la pratica di questa terapia e per la formazione di addestratori di cani.


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